Lei ha una doppia cittadinanza: italiana e americana. Quanto la rappresenta il presidente Obama che è ufficialmente un meticcio e dunque un figlio del mondo?
Certamente più di quei personaggi della America "wasp", bianca e protestante, che per 200 anni hanno avuto in esclusiva la Casa Bianca. La sua elezione è semplicemente la manifestazione del fatto che, come dico nel mio libro, l'America non ha più una faccia, ma un mosaico di facce, e ognuno di noi, quale che sia il dna o il cognome o il pedigree è un americano come gli altri. Siamo tutti "mutts", come ha detto lui di se stesso e del cane che prenderà, "bastardi", figli del caso e della storia, e l'appartenenza a una "razza", a una tribù, a un'etnia non è questione di pelle o di labbra, ma di accettazione e riconoscimento di identità civili e di speranze condivise. Noi italiani, fino all'alluvione demografica dell'immigrazione, ci consideravamo tali per semplice nascita. Gli americani, tutti, si considerano americani per scelta e ora anche i soli che non scelsero di esserlo - gli africani figli di schiavi - possono dire di esserlo. Quando vedo straccioni e disperati approdare in Italia sono felice, perché vedo che le future generazione di italiani saranno uomini e donne che hanno "voluto" essere italiani, e non lo sono soltanto per essere nati a Bari o a Novara o a Modena.
Il futuro del nostro pianeta potrà essere diverso da una sempre più diffusa mescolanza etnica e culturale? Oppure ci sarà spazio per rigurgiti sulla "pura razza"? Ariana o padana che sia?
Il "rigurgito", o la reazione autoimminutaria (che produce sempre malattie gravissime) è già in atto ed è comprensibile che avvenga. Lo shock è stato troppo violento e rapido per un popolo come il nostro, che nell'arco di 15 anni si è trasformato da terra di emigrazione a meta di immigrazione e ha naturalmente trovato i furbi pronti a sfruttare lo sbandamento e il senso di smarrimento che questo evento ha provocato. Purtroppo, la lunga crisi del modello economico italiano misto, del nostro capitalismo familista con il pannolone statalista, sembra arrivato al tramonto e quando la gente teme che il futuro sia peggiore del presente tende sempre, e ovunque, ad attribuirne la colpa agli "altri", a quelli "non come come noi", che siano ebrei, italiani immigrati, neri, arabi, asiatici. Non è questo che mi spaventa, è la totale abdicazione dei mediatori politici e culturali che dovrebbero aiutare la transizione culturale e sociale del nostro Paese.
Che effetto fa l'Italia di questi anni, anchilosata, goffa e incattivita, vista dall'Altro Mondo che ha appena eletto presidente uno come Barack Hussein Obama?
Una società morta, che divora i propri resti sperando di sopravvivere mangiando se stessa.
Da un'intervista di Luciano Comida a Vittorio Zucconi, pubblicata su Konrad attualmente in distribuzione e sul blog di Comida stesso.