lunedì 25 agosto 2008

sabato 23 agosto 2008

Dicono di noi.

La settimana scorsa sono stato a Londra un paio di giorni.
Tra le persone che ho incontrato, ben tre si sono informate su come sia "avere l'esercito per le strade". A prescindere dalle mie (poco convinte) spiegazioni, vi confermo che a loro sembra strano, molto strano.
Nel frattempo Repubblica dice che ci sono più morti sul lavoro che di conseguenza alla criminalità (non mi aveva neanche sfiorato l'idea che potesse essere il contrario). Potremmo mandare l'esercito anche nei cantieri.
Grazie a Paolo Valdemarin

venerdì 22 agosto 2008

Dream car.

In vendita la Tesla Roadster. 100% elettrica. Da zero a cento 3,9 secondi di assoluto silenzio! Ne parla il Corriere.it.

giovedì 21 agosto 2008

Le razze elette.

Le Olimpiadi di Pechino, ma anche quelle precedenti, lo confesso, mi danno la nausea. Le abolirei. Sono un fantastico baraccone economico che gira il mondo ogni quattro anni. Dove arriva il circo si costruiscono stadi, strade, grattacieli, metropolitane, intere città. Le Olimpiadi sono un trionfo, un orgasmo del cemento.
La torcia accesa non è più simbolo di pace. Il mondo continua le sue guerre, i suoi stermini a sei cerchi. Il Tibet e lo Xinjiang sono finiti sotto il tappeto degli sponsor. La Georgia e l’Ossezia sono stati eventi fastidiosi, hanno tolto spazio al tennis da tavolo e al nuoto sincronizzato. Le Olimpiadi sono un treno impazzito. Se chiedete al macchinista qual è la prossima stazione non saprà rispondervi.
Delle Olimpiadi mi infastidiscono i record fasulli, gli sport olimpici praticati da quattro gatti, gli atleti dopati, l’entusiasmo a comando degli spettatori, le premiazioni in fila per tre. Più di ogni altra cosa, però, è il nazionalismo che mi manda in bestia. Il nazionalismo dello sportivo che piange all’alzabandiera, con la mano sul cuore, lo sguardo perso verso l’alto. Il nazionalismo dei media che danno spazio sempre agli atleti nazionali, anche di discipline improbabili (conoscete qualcuno che giochi a badminton?), anche se lontani dal podio. Le Olimpiadi sono una guerra simulata.
Vorrei atleti senza bandiere. Senza sponsor. Senza un Presidente che li saluta alla partenza e li riceve al ritorno da trionfatori. Vorrei che chi usa i suoi eserciti per uccidere altri esseri umani DURANTE le Olimpiadi sia espulso con infamia e per sempre dai Giochi. I russi che hanno invaso la Georgia, gli americani che occupano l’Iraq, la Cina che schiaccia il Tibet non hanno nessun diritto morale di partecipare o di ospitare i Giochi Olimpici.
L’uomo non è più il centro delle Olimpiadi, le Nazioni hanno preso il suo posto.La grancassa mediatica delle medaglie e delle medagliette ci fa sentire più italiani, più messicani, più coreani. Più diversi. I migliori. Le razze elette.
Beppe Grillo

venerdì 8 agosto 2008

Ricchezza.

La diversità di ognuno di noi non è un'arma per discriminare, etichettare, ma una ricchezza.
Pier Paolo Pasolini